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Evernote e Google Keep: qual è il migliore?

Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Evernote vs Google KeepQuando esce un nuovo prodotto, la prima cosa che si fa è paragonarlo a qualcun altro che già conosciamo.

È successo anche questa volta. Google ha presentato Keep, il suo blocco note virtuale, e la prima domanda è stata: riuscirà a scardinare Evernote, il gigante dell’appunto, il sultano del promemoria?

Ce lo siamo chiesto anche noi. Così li abbiamo messi a confronto, per trovare pregi e difetti di entrambi e, soprattutto, per capire a chi è più utile il primo e a chi il secondo.

Google Keep: minimal è bello

La nuova creatura di Big G (scaricala qui) si inserisce coerentemente nell’ecosistema Google, nel quale oramai puoi fare di tutto: scrivere, leggere, cercare, guardare foto e video, chattare, lavorare. E adesso anche prendere appunti.

L’interfaccia segue il trend di moda: la semplicità. Le anteprime delle note vengono visualizzate su piastrelle in stile Windows 8, che ne mostrano l’anteprima e la data di creazione. Keep - Note varie preview Puoi inserire le classiche note di testo (titolo e corpo del testo), note con foto, liste to-do e anche dettare note. Il riconoscimento vocale è buono: abbiamo fatto il test con un superclassico, i primi versi della Divina Commedia, e tutto è filato liscissimo! Keep - Test nota vocale Le opzioni sono ridotte all’osso: l’unica sciccheria che Google Keep ti concede è scegliere il colore dello sfondo delle note. Keep - Colore note Alcune limitazioni che non ci sono piaciute: l’impossibilità di formattare il testo, di criptare le note e di aggiungere foto già presenti nella galleria (puoi usare solo foto scattate lì per lì). Non siamo neppure riusciti a organizzare le note in un ordine diverso da quello cronologico inverso.

Ma su tutte, quella più fastidiosa è la mancanza di versioni per altre piattaforme mobili al di fuori di Android. Speriamo in un futuro multipiattaforma, anche se, in nome di una sorta di protezionismo, potrebbe non essere nei piani di Google.

Per eliminare le note basta trascinarle fuori dallo schermo. La sincronizzazione con la web app è istantanea.

Keep - Sincronizzazione

Vai alla pagina drive.google.com/keep, entra nel tuo account Google e vedrai tutte le note prese nella versione Android lì, ordinate e pronte.

Anche dalla web app puoi creare note, personalizzare il colore di fondo e inserire foto (questa volta, naturalmente, scelta tra quelle che hai nel computer). Anche qui l’interfaccia è il massimo della semplicità: tanto bianco, poche righe, qualche icona.

L’approccio di Evernote, invece, è molto diverso.

Evernote, il grande mondo verde

Evernote non può contare sull’ipertrofico microcosmo di Big G, in cui decine di prodotti e servizi si sostengono a vicenda in una grande ballo di primavera. Così ne ha creato uno autosufficiente.

Evernote - Home

Innanzitutto Evernote è veramente multipiattaforma. E in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha almeno tre fra computer e smartphone e li cambiano in continuazione, è importante.

Passi da iPhone ad Android? Da Android ad iPhone? Da Windows Phone a Blackberry? Butti il PC e ti compri un Mac? Nessun problema: Evernote ti segue sempre: esiste per iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Mac, Windows e Windows 8.

L’interfaccia è ben organizzata su tutti i dispositivi, ma anche colorata e ricca. E le funzioni sono tantissime: memorie visive (con foto), memo vocali (semplici o con riconoscimento vocale), liste to-do, organizzazione in taccuini, testo formattabile, opzioni avanzate di condivisione e tante altre piccole cose utili.

Evernote - Menu lampadina

La web app è altrettanto bene organizzata, e la sincronizzazione tra dispositivi è eccellente. Diciamolo chiaramente: Evernote non è una semplice applicazione per appunti rapidi. È uno strumento di lavoro avanzato.

Non è immediato come Google Sketch, perché serve un po’ di tempo per studiarne ogni aspetto. Ma può diventare il cuore tecnologico del lavoro quotidiano (e dello svago, per alcuni aspetti) di tante persone.

Evernote - Tante funzioni

Giornalisti, manager, scrittori, artisti, molti liberi professionisti possono organizzarsi le giornate, le settimane, i trimestri e gli interi anni, con Evernote.

Lo strumento-chiave di questa app è il tagging, che ti permette di mantenere ordine anche tra migliaia di note di varia natura.

L’organizzazione in taccuini fa il resto. Non solo: grazie al riconoscimento del testo, puoi anche scattare foto di documenti scritti a mano, estrarne il testo, taggarlo come si conviene e conservarlo on the cloud, potendolo raggiungere da ovunque.

Quindi, a fronte di una curva di apprendimento più ampia, Evernote offre molto di più rispetto a Google Keep. Che dal canto suo, però, si impara in un attimo ed è fruibile con profitto da tutti.

Insomma: Keep o Evernote?

Contrariamente a quanto in molti hanno detto, non crediamo che Google Keep e Evernote siano davvero prodotti concorrenti.

Il primo è l’equivalente digitale della nota adesiva: serve ad appuntare rapidamente cose da ricordare per un tempo breve, che presto finiranno nel cestino.

Evernote è molto di più, è una completa postazione multimediale da ufficio, conserva tutto, ordina ed ha la memoria lunga. E non è per tutti.

Qual è quello che fa per te? La cosa migliore è provarli entrambi. Google Keep è gratis, e la versione base di Evernote (con tutte le funzioni e 5 Giga di spazio on the cloud) anche. A te la scelta!

Pier Francesco Piccolomini

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